Majakovskij,
un concerto d’addio

Testo e regia Nevio Gambula
Musiche Ciajkovskij e Shostakovich
Adattamento Sonia Zaramella

Con:
Voce recitante Nevio Gambula e Francesca Veneri
Oboe Fabrizio Baldon
Violoncello Ilir Bakiu
Tastiera Sonia Zaramella

Debutto: 3 febbraio 2018, Verona

«Sempre più spesso mi chiedo
se non sia meglio mettere il punto
di un proiettile alla mia sorte.
Oggi darò,
in ogni caso,
un concerto d’addio
»
VLADIMIR MAJAKOVSKIJ

Vladimir Majakovskij, uno dei poeti più importanti del secolo scorso, ingombran-te per le sue idee rivoluzionarie e affascinante per la varietà dei suoi temi, ha costellato la sua lingua di estremi. I suoi poemi sono un viaggio poetico esplosivo. In essi la paro-la, concitata e carnale, aggredisce il mondo mettendo in tensione drammatica la vita quotidiana con il pensiero politico, il privato con il pubblico, la poesia con la pratica militante. D’altra parte, il fragile equilibrio della sua personalità, sempre prossima alla disperazione, conviveva con l’entusiasmo per la novità e con la volontà di provocare, così come la consapevole partecipazione ai conflitti sociali conviveva con la tendenza al suicidio e con la paura di essere dimenticato. L’opera di Majakovskij è polifonica co-sì come sono tante le anime che abitano la sua persona.

Majakovskij. Un concerto d’addio è un’opera che punta ad esaltare la complessità umana ed estetica del poeta russo. L’idea drammaturgica è quella di fare interagire i poemi lirici (La nuvola in calzoni, Il flauto di vertebre, Guerra e universo), con i grandi affreschi epici dei poemi successivi alla Rivoluzione d’Ottobre (Di questo, Bene!, A piena voce), per giungere, infine, ai frammenti dedicati alla morte e al suicidio. L’intento è quello di re-stituire la polifonicità della poesia di Majakovskij, anche facendone risaltare, tramite l’intreccio di recitazione e musica, la teatralità fortemente improntata sulla voce.

Questo Majakovskij nasce proprio come “concerto”, o meglio trova una sua di-mensione nel “melologo”, un’opera dove recitazione e musica, pur mantenendo una lo-ro autonomia, si influenzano a vicenda, accrescendo l’impatto evocativo dell’insieme. Il codice non è quello rappresentativo, dove sono i “personaggi” e il “dramma” ad avere importanza; tutto è riportato alla sua essenza sonora. Non uno spettacolo, dunque; bensì un’opera da ascoltare.

Materiali:
Scheda artistica
L’amore si annuncia rombando – Monologo di Lilja Brik