Dionysos,
corale per i giorni dell’ira e della gioia
Coro Teatrale Hystrio
Libretto, drammaturgia vocale, direzione: Nevio Gambula
Arrangiamenti canto: Irene D’Angelo
Performers: Margherita Sciarretta, Irene D’Angelo, Paolo Latella, Giancarla Malusardi, Claudio Bonino Bombelka, Nicolò Rigano, Valeria Maddalena, Anna Mila Stella, Costanza Chizzolini, Sergio Bonometti, Roberto Daniele Adriani, Morris Pantò, Mariella Cerniglia, Federico Grella, Anna Maria Zaccaria, Tiziana Viani, Catia Pongiluppi, Antonella D’Antuono, Vittoria Di Bella, Francoise Schieber, Paolo Frigo, Nevio Gambula
Durata: 50 minuti
Produzione: Hystrio / Modus Produzioni
«Io grido, con i miei canti barbari, i miei pensieri di straniera:
io non tremo più sotto lo spavento delle mie catene»
EURIPIDE
In scena un unico personaggio: un Dioniso collettivo che in piena luce intona un canto irregolare ed ebbro, carico di furore e di memoria, di echi popolari e poetici.
Dionysus non è un dramma e non ha vicende da narrare o tesi da esporre; è un’opera per l’ascolto, una sorta di corale, nel senso proprio di polifonia primitiva o elementare, nella quale si intrecciano le diverse forme della vocalità, tra rumore e can-to.
Un’opera, dunque, che traduce in suono un’esperienza, che è quella stessa del Coro, ossia di quella forma primitiva della tragedia che vuole produrre effetti di ira e di gioia: l’ira contro l’inferno del reale e la gioia di partecipare a un atto che rende possibile un’altra socialità.
Dionysos è allo stesso tempo allegoria e performance e unisce, come proposta d’ascolto particolare, la follia profetica tipica del dionisiaco e il lucido furore orale dell’epica.
Dionysos è un grande affresco di parole deformate, di gesti poetici, di sussurri sof-ferti e di grida di giubilo, di melodie affascinanti o sghembe; quest’opera è un modo di disporsi del linguaggio teatrale, un suo modo di agire tra grottesco e musica.
Materiali:
– Scheda artistica
– Nel turbine delle voci – Note di regia
– Hystrio, o dell’attore collettivo
– Copione